Accertamenti campionati: esame sierologico, tampone e test rapido cerchiamo di fare chiarezza
Il protocollo Fip per la ripresa dei campionati dilettantistici nazionali e regionali ha fatto molto discutere sia per le tempistiche con cui è uscito, sia per la rapidità con cui le società dovranno adeguarsi per poter partecipare ai campionati dalla A2 maschile all' under 14, mentre ancora non si sa nulla per quanto riguarda l'attività del settore minibasket che, complice l'incertezza degli spazi palestra scolastici è ancora in alto mare, ma varia da comune a comune e da dirigente scolastico.
Quello che contiene il protocollo da poco aggiornato, oltre all'inserimento di un ulteriore modulo di "automonitoraggio prima analisi" da fare chiaramente alla prima seduta di allenamento, cosa che per molte società nazionali e alcuni realtà regionali è in ritardo visto che molte società hanno iniziato la preparazione a metà agosto.
Ma andiamo a cercare di capire le differenze tra i vari test obbligatori da fare nei cinque giorni antecedenti la prima gara di amichevoli, tornei ufficiali e campionati.
Iniziamo ricordando che il coronavirus (SARS-CoV-2) è composto da particelle virali formate da un frammento di materiale genetico (RNA) all’interno di un involucro contenente proteine, circondato da un ulteriore involucro membranaceo.
Il virus penetra nell’organismo soprattutto a livello delle vie respiratorie, dove inizia a replicarsi. La replicazione può restare limitata alle mucose del naso e della gola, o estendersi anche alle basse vie respiratorie fino ai polmoni. L’infezione può decorrere in forma (portatore sano) asintomatica, lieve o più grave, in un’alta percentuale di soggetti infetti, soprattutto nei giorni immediatamente successivi alla comparsa dei sintomi della malattia (COVID-19) e scompare poi con la remissione dei sintomi. Come per tutte le infezioni virali, il nostro corpo reagisce tramite il sistema immunitario producendo anticorpi. Alcuni di questi anticorpi, detti IgM, sono prodotti nella fase iniziale dell’infezione e si ritrovano nel sangue a partire, in media, da 4/5 giorni dopo la comparsa dei sintomi e tendono poi a scomparire nel giro di qualche settimana. Altri anticorpi, detti IgG, sono prodotti più tardivamente e si ritrovano nel sangue a partire, in media, da un paio di settimane dopo la comparsa dei sintomi.
Il “tampone” è un esame diagnostico complesso finalizzato a individuare la presenza del virus nel materiale biologico prelevato nel naso e nella gola (tampone vero e proprio), o su campioni prelevati dalle basse vie respiratorie, attraverso tecniche di amplificazione del materiale genetico virale (RT-PCR). La sua positività indica pertanto che si è in fase di infezione attiva e che probabilmente siamo in grado di trasmettere l’infezione attraverso le goccioline di saliva emesse parlando, starnutendo e tossendo. Per i primi risultati solitamente non bisogna attendere più di cinque ore, ma nel caso in cui il test risultasse positivo bisognerà attendere una seconda valutazione effettuato al laboratorio di riferimento dell’ISS per individuare se si tratta di un falso positivo. Può essere fatto presso struttura pubblica o privata, nel caso delle ASL sono gratuiti ma per sottoporsi liberamente al tampone bisogna contattare il proprio medico che valuterà e darà indicazioni in merito, mentre nei laboratori privati che effettuano il tampone per accertare la presenza del coronavirus: in tal caso, però, c’è un costo da sostenere che a seconda della struttura varia da 50 a 100 euro.
I test sierologici rapidi (point of care) o qualitativi sono test finalizzati a individuare le IgM e IgG prodotte dall’organismo contro alcune proteine dell’involucro virale. Si tratta di “immunodosaggi a flusso laterale” dove una goccia di sangue (o di siero ottenuto da un prelievo ematico) è fatta scorrere su una piccola lastra contenente proteine virali coniugate con particelle colorate e con anticorpi contro le IgM e IgG umane attaccate su due linee. Se il sangue contiene IgM o IgG contro le proteine virali, queste si attaccano alle proteine virali coniugate con le particelle colorate presenti sulla lastre e, mentre scorrono, rimangono attaccate agli anticorpi contro le IgM e IgG umane attaccate sulle rispettive linee dove possono esser evidenziate. Il test viene effettuato in poche decine di minuti e deve essere correttamente interpretato tramite un’attenta valutazione anamnestica e clinica da parte di un medico. Costo un kit da 25 si aggira sui 250,00 euro, i centri che eseguono un test rapido i prezzi variano da 25 euro a quasi 100 euro.
Test sierologico, ne esistono di tre tipi di test sierologici: qualitativi o test rapidi, semi-quantitativi, quantitativi. La sostanziale differenza sta nella metodologia di analisi:
nei test qualitativi si stabilisce solo se una persona ha sviluppato o meno degli anticorpi, secondo una logica positivo/negativo; (assenza o presenza del virus)
nei test quantitativi vengono dosate le quantità di anticorpi. (la carica vitale è significativamente apprezzabile?)
Anche la modalità con cui si effettuano cambia:
i test qualitativi sono test rapidi, in cui è sufficiente una goccia di sangue, che viene esaminata in un kit portatile e si ottiene riscontro immediato, esattamente come avviene nel caso del test autodiagnostico di gravidanza che rileva l'ormone hCG nell'urina.
I test sierologici quantitativi, invece, richiedono un prelievo di sangue e uno specifico analizzatore in dotazione alle strutture sanitarie.
Differente sembrerebbe anche il grado di affidabilità dei test: “Sui test qualitativi, i cosiddetti test a cassetta/saponetta - spiega il Prof. Corsi Romanelli -, non siamo in grado di definire i livelli di affidabilità e accuratezza, perché hanno grandi limitazioni in base alla soglia che stabilisce il limite di separazione tra positività e negatività al test.
I test quantitativi, che hanno un elevato grado di affidabilità e accuratezza, utilizzano sistemi di rilevazione con chemiluminescenza (CLIA) oppure sistemi immunoenzimatici (ELISA). A prescindere dalla modalità di rilevazione, i test sierologici vanno a indagare la presenza degli anticorpi del virus SARS-CoV-2 nel sangue. Il costo del quantitativo varia dai 48 euro ai 120 euro nei laboratori privati, nelle strutture pubbliche il prezzo scende ma il servizio è generalmente assente, tranne nel caso in cui si venga contattati per studi epidemiologici.
Insomma non è facile destreggiarsi e i dirigenti dovranno fare i conti con i costi per questo tipo di accertamenti diagnostici oltre alla santificazione il che, assieme a province, comuni e dirigenti scolastici che ostacolano la fruizione delle palestre rende davvero difficile la ripresa dell'attività di base, quella a nostro avviso più fondamentale per la formazione e la crescita di persone con stile di vita sano e attivo, ancor prima che atleti.
S.Z.
fonti consultate: Altroconsumo, La Stampa, Gruppo San Donato, Lab Tests Online, Menarini Diagnostics Italia.
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