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MAGIC BASKET CHIETI, LE PAROLE DI COACH SIMONE PIZZIRANI E DELLA PLAYMAKER MARTINA SCIARRETTA

"Il 2020 é stato un anno complicato a causa della pandemia. Una delle categorie che ci ha rimesso é stata sicuramente la giovanile, il cui percorso di crescita per un anno e mezzo é stato precluso".


Coach Simone Pizzirani (Magic Basket Chieti) inizia così a raccontare un periodo indubbiamente difficile a causa della pandemia. Ma la determinazione non è mai venuta meno, sempre nel rispetto delle regole....grazie anche alla forza, il duro lavoro e la voglia di non mollare mai in una giovane cestista della società abruzzese


"In una situazione così complicata", incalza il Coach, "il lavoro di progressione ha dovuto seguire un iter approfondito. All'aperto infatti si é dovuto recuperare tutto quello che non si é fatto a causa del lockdown, svolgendo attività tecniche che dovevano compensare l'anno di stop.

Martina Sciarretta, classe 2005, playmaker, é una di quelle ragazze che ha vissuto in prima persona questo periodo travagliato. Non é stato semplice sviluppare un piano di lavoro in questa situazione di incertezza.

Appena é stato possibile fare allenamenti all'aperto, ci siamo subito messi a lavoro. Era gennaio, faceva freddo e il tempo era abbastanza rigido. Nonostante questo però, abbiamo intrapreso un percorso tecnico volto a recuperare passo dopo passo il tempo di stop.

Ho sempre pensato che il motore di qualsiasi tipo di lavoro sia la motivazione nel perseguimento di un obiettivo. Indipendentemente dalle difficoltà incontrate, la politica al miglioramento é stato ciò che ci ha permesso di recuperare il lavoro di due anni di stop.

Nonostante il lockdown, a differenza di altre ragazzine della sua età che hanno deciso di fermarsi o addirittura smettere, Martina ha sempre risposto presente, approcciando ad ogni lavoro proposto con impegno.

Dal canto mio, ho sempre cercato di trasmettergli la motivazione nel voler raggiungere un obiettivo, e soprattutto il non permettere mai a nessuno di dirle che non sapeva fare qualcosa, nemmeno a se stessa.

Se devo pensare ad un momento da ricordare, e che in qualche modo mi porterò dentro sempre, ripenso al torneo disputato a Roseto degli Abruzzi nel dicembre 2021. É stata per lei occasione di confronto con atlete più esperte, e vederla competere in quel teatro é stato per me motivo di orgoglio, per tutto il lavoro e sacrificio.

Nel percorso di crescita dei ragazzi, ho sempre pensato che un allenatore deve avere empatia, dando alla certezza agli stessi che qualcuno creda in loro".




"È complicato parlare di quei momenti (lockdown), é stato difficile dal punto di vista mentale"- incalza Martina Sciarrett - "Quando si è un gruppo e ti confronti con altre persone con cui condividere la stessa passione é molto più semplice, quando invece sei da sola in casa é molto più complicato, perché non hai la possibilità di confrontarti con il pensiero degli altri e rimani sola con te stessa.

Sicuramente non pensavo fosse una situazione che durasse così tanto tempo, e questo stato d'incertezza quotidiano mi ha fatto perdere molti dei miei punti di riferimento.

Dal punto di vista mentale, é stata una dura prova da affrontare, per l'età che avevo e perché mi ha messo in discussione. Spesso la solitudine ti permette di portare avanti un lavoro di introspezione con te stessa.

Quando comunque ci furono le prime riaperture, ho iniziato a rimettermi in gioco. All'inizio ho iniziato a fare esercizi in modo autonomo, magari anche sbagliando, in quanto non avevo una persona che mi seguisse e formasse.

É stata sempre una sfida contro i miei limiti: essere da sola ha spezzato il confine tra fare qualcosa di giusto e il giudizio esterno.

Penso che lo sforzo fatto non si possa spiegare a parole, per capirlo lo devi vivere.

I sacrifici, le lacrime, lo sforzo, sono tutti aspetti che contribuiscono a vivere per davvero.

La riapertura é stata l'occasione per ripartire da zero. Ho avuto la possibilità di fare allenamenti individuali all'aperto con un giovane allenatore.

Allenamenti quasi tutti i giorni, e per la prima volta ho dovuto organizzarmi tra scuola e lavoro. Si, lo considero un lavoro, retribuito dal punto di vista mentale e di cuore, per ricominciare a vivere la quotidianità.

Gli allenamenti sono stati molto duri.

Molto spesso le persone fraintendono tutto quello che viene fatto:

Che percorso ha fatto quel giocatore? Da dove é partito? Bisogna sempre essere consapevoli da dove si é partiti, soprattutto quando le cose vanno male.

É stata la parte più dura nella mia vita sportiva, affrontando la pandemia, all'epoca quattordicenne.

Essere sottovalutata alla mia età, non é un alibi. Infondo l'età é solo un numero ed é tutto relativo.

É stata una sfida, in cui sono riuscita a concentrarmi su me stessa.

Se ti metti in gioco, con sacrificio, i tuoi sogni si realizzano

Gli allenamenti fatti sono stati eseguiti secondo un percorso tecnico, tattico e fisico. Quando abbiamo ripreso le attività collettive in maniera graduale, i risultati in questo senso si sono visti. Per la prima volta mi sono sentita pronta negli allenamenti e nelle partite.

Ho visto i risultati, grazie a quegli allenamenti.

Nel corso di quest'anno (2021/2022), ho vissuto diversi step. Nel primo anno in una squadra senior, ho avuto la possibilità di incontrare persone che hanno accresciuto in me l'amore per questo sport.

L'anno é iniziato bene, ero felice perché mi sentivo una giocatrice: leggere le situazioni, capire quando effettuare alcune scelte invece di altre, aspetti che ho appreso nel mio percorso di crescita, in questi sette mesi.

Gli allenamenti sono stati tosti all'inizio, perché erano attività lavorative che non avevo mai provato, e imparare così in fretta non é stato di certo facile.

Ma dalla mia, avevo voglia.

É stata un ulteriore sfida, con cui mi sono dovuta confrontare, nonostante il mio carattere.

Aver incontrato le persone giuste, ha contribuito a questa crescita. Le esperienze e gli insegnamenti che mi hanno dato i miei allenatori, mi hanno permesso di essere la persona che sono oggi.

Ci sono sicuramente stati momenti difficili, in cui mi sono anche demoralizzata.

Fortunatamente, ho avuto compagne di squadra che mi hanno sostenuta nel percorso. Tra pro e contro, ho avuto la possibilità di comprendere chi sono io per davvero.

Si sono instaurati rapporti che hanno facilitato l'unità di squadra; al tempo stesso ho sperimentato tutti quei problemi che mi hanno fatto capire cosa significa essere giocatrice a 360°.

Ad oggi, vorrei prendere i momenti che ho passato durante il lockdown per affrontare con motivazione le difficoltà quotidiane. Quando le cose si fanno dure, non bisogna mai dimenticarsi da dove si é partiti.

Essere giocatrice e playmaker in serie B é stata la sfida più dura.

Forse é vero che le croci più pesanti sono per chi le può portare".


Enrico Ferranti



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