Cus Cagliari - Jolly Acli Basket Livorno. Atto terzo, decisivo. L'intervista a coach Marco Pistolesi
Domenica al Palacus, va in scena il terzo atto della sfida tra Cagliari e Livorno, quello decisivo. Chi vince resta in serie A2. Ecco il pensiero di coach Marco Pistolesi a poche ore dalla gara.
Coach, che partita sarà? «Credo che dovremo aspettarci una reazione d’orgoglio da parte del Cus, e immagino anche qualcosa di diverso a livello di scelte tattiche. Ma sono ipotesi che vanno verificate sul campo. Illuderci di fare la stessa prestazione di mercoledì sarebbe un errore gravissimo: abbiamo tirato con percentuali buone e questo purtroppo non è successo spessissimo durante l’anno. Bisognerà rileggere la partita, a mio avviso in maniera più vicina a quella di sabato scorso, ovvero garauno. Ripartire con più intensità e più voglia ancora di mercoledì, perché loro ce ne metteranno il quintuplo. Questa è la finalissima, come se il campionato non fosse esistito e quaranta minuti forse decidono chi resta in serie A e chi no. Uno spareggio secco, col fattore campo che incide relativamente». Mercoledì era una partita in cui la squadra aveva poco da perdere, questa invece trova le due squadre sullo stesso piano, e dunque, aumenta la pressione.. «In questi due o tre giorni di mezzo, il lavoro maggiore è stato sulla testa. Sabato e mercoledì eravamo la stessa squadra, in attacco abbiamo cercato di fare le stesse cose, però sabato avevamo paura mentre mercoledì la mente era libera. Dobbiamo cercare di mantenere la stessa mentalità dell'ultima uscita, ma non è per niente facile. La posta in palio è altissima, e vale per tutti e due. Chi sarà più bravo a gestire le tensione, a incanalarla in maniera positiva avrà maggiori possibilità di farcela». Nella prima intervista della stagione hai detto la salvezza sarebbe stata da prendere all'ultimo secondo dell'ultima partita. Sei stato buon profeta… «L’ho detto a luglio, avrei preferito non avere ragione, essere già salvo da un mese, ma così non è stato. Guardando i roster delle squadre, mi accorsi che il girone sud era quasi un A1 bis, col livello cresciuto parecchio rispetto alla stagione precedente. E per questo siamo a giocare l'ultimo play out e probabilmente saranno gli ultimi possessi a decidere tutto. Perché è impensabile portare avanti una partita come garadue, e altrettanto impensabile che possa accadere il contrario. Si deciderà negli ultimi minuti e chi sarà più bravo meriterà di rimanere in categoria». Questo genere di sfide sono belle da affrontare? «Sono partite stupende da giocare, aldilà della crudeltà dell’esito finale. Una finale che non ha trofei, ma quando la perdi l’amarezza è la stessa. Anzi forse, giocandoti una categoria, il pathos è ancora maggiore. Ma io credo che ci si allena duramente per giocare come gare come queste. L’esito spesso incide anche sul futuro del singolo allenatore o di una giocatrice. Belle prestazioni fanno aumentare le credenziali per il futuro». 50 - 50? «Sì assolutamente, lo dice anche il campionato. In totale stiamo due a due, con partite simili vinte o perse. Ce la giochiamo ad armi pari».
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Simone Fulciniti
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