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Pronti i protocolli per la riapertura degli allenamenti alle Società NON professionistiche

Lasciando perdere il perchè le serie A di pallacanestro femminile non sia professionistica per le leggi vigenti, e dopo le numerose dichiarazioni delle società e della Lega A che lo è a tutti gli effetti, di quanto sia difficile e costoso da applicare per le stesse squadre di A maschile il protocollo del calcio con costi per i Club maggiorati sull'ordine dei 100.000 euro, andiamo a vedere cosa prevede il protocollo per tutta l’attività senior e giovanile NON professionistica, di fatto tutta la femminile.


Il documento inviato venerdì 31 luglio dall'Ufficio Sport del Ministero della Salute, al quale ha lavorato un comitato (del quale fanno parte per la FIP Andrea Capobianco e Walter De Raffaele) prevede protocolli più snelli rispetto agli allenamenti dei professionisti.

In breve i dettagli: 1) sono esclusi test e tamponi per la ripresa dell'attività e la creazione del “Team Squadra” 2) al di là dell'esame di idoneità sportiva, indispensabile per regolamento, basterà un autocertficazione che attesti l'assenza di sintomi da Covid-19 e della conoscenza dei rischi di contagio (detta certificazione andrà consegnata al medico sociale o al referente Covid che ogni società dovrà nominare). 3) durante l'attività si seguirà una sorta di “automonitoraggio clinico” individuale.

4) sono confermate tutte le pratiche di sanificazione di impianti e materiali prima e dopo gli allenamenti 4) si dovranno distanziare le sedute di 10 minuti per non far incontrare il turno uscente ed entrante; 5) sul campo potranno agire fino ad un massimo di 16 atleti e il contatto fisico sarà consentito, in quanto tutte le regioni hanno dato via libera agli sport che lo prevedono con apposite ordinanze; 6) Previsto l'obbligo di mascherina per gli allenatori, la misurazione della febbre all'ingresso in palestra con adeguato termoscanner, al momento sono chiuse le parti comuni degli impianti (spogliatoi e docce), prevista la necessità di utilizzare scarpe riservate all'attività in palestra da cambiare all'uscita, con divieto di accesso per accompagnatori degli atleti.


Resta da valutare la ricaduta dei costi per le sanificazioni sulle attività delle società di base, anche se il Ministro in uno dei suoi aggiornamenti in materia, ha dichiarato che si sta predisponendo un fondo in aiuto delle ASD e SSD proprio per contribuire in merito. Da capire la durata dell'attuale chiusura di spogliatoi e docce quando il clima si farà meno mite.

Secondo noi, ancora non si è fatto il passo coraggioso che andava fatto con il covi-19, nessuna novità sostanziale tutto come prima, quando niente è tornato come prima e c'è tanto fermento per le società di spicco quando i problemi grandi, reali e tangibili si avranno sopratutto alla base del movimento e . . ."senza base scordatevi le altezze".


S.Z.


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