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Antonella Collini: la palla a spicchi nel suo DNA

"Credo di essere stata una giocatrice polivalente, non specializzata in particolari fondamentali, ma abile a fare un po' di tutto: punti, rimbalzi, assist e difesa.

Giocavo molto sul piede perno e sulla velocità sotto canestro per riuscire a liberarmi dalle avversarie più "fisiche" di me. Il fatto che non avessi molto peso era - allo stesso tempo - una carenza ma anche un vantaggio; sicuramente in difesa soffrivo le stazze importanti. Avevo un tiro abbastanza affidabile anche dalla media distanza ed ero spesso in lunetta".

Antonella Collini: un esempio davvero speciale, un punto di riferimento che non passa certo inosservato nel pianeta basket. Classe 1967, nata a Firenze, ma ormai da 10 anni residente a Ferrara. "La passione per la pallacanestro è nata il primo anno delle scuole medie", le sue parole, "grazie ad una mia carissima amica che - purtroppo - adesso non c'è più. Mi sono subito innamorata di questo meraviglioso sport che ha caratterizzato tutta la mia vita, fino ad oggi. Grazie al mio fisico longilineo ed alla mia altezza, il mio ruolo naturale era ala grande ma ho giocato spesso anche come centro e, qualche volta, anche come ala piccola". Una carriera - quella di Antonella - vissuta da assoluta protagonista e sempre ai massimi livelli.... a margine di essa è fondamentale risaltare un aspetto: "La cosa che ora ritengo più preziosa sono le amicizie che si sono create e mantenute nel tempo". Tutta la sua grandezza è attuale anche oggi e non svanirà mai: "Dopo aver appeso le scarpe al chiodo, ho iniziato l'attività di istruttrice di minibaket e, contemporaneamente, ho seguito i miei 2 figli che - entrambi - hanno scelto di praticare questa realtà". "Credo fortemente negli sport di squadra", prosegue Antonella Collini, "per questo motivo lavoro da tantissimi anni con i più piccoli, collaborando attualmente con la Scuola Basket Ferrara (dal 2017).... senza dimenticare Mirabello Vigarano (2012/2013) e Vis (2013/2017). Attraverso i giochi possiamo - infatti - educarli alla lealtà, rispetto, fair-play. La palla a spicchi insegna a giocare e stare insieme, rispettare gli avversari, le regole del gioco, controllare gli impulsi e l'aggressività, aiutare chi è in difficoltà ed assumersi le proprie responsabilità. Lavorare con i bambini è molto faticoso ma - allo stesso tempo - molto gratificante, in particolare quando capisci di aver trasmesso loro dei valori così importanti e di averli fatti innamorare di questa disciplina". "I miei consigli ai più giovani? Impegnatevi sempre ed al massimo delle vostre capacità, non scoraggiatevi mai di fronte alle difficoltà; dovete avere sempre fiducia in voi stessi senza però considerarsi superiori agli altri". Antonella è la mamma di Silvia Nativi: "Questi sono i consigli che ricordo sempre anche a lei che, come me, ha intrapreso la carriera di cestista. A differenza mia, Silvia ha abbracciato il basket all'età di 6 anni e ne è sempre stata innamorata. Fin da subito ha approcciato lo sport con una mentalità professionale, sempre pronta a lavorare, imparare e migliorarsi. Fortunatamente ha scelto un ruolo completamente diverso dal mio (gioca playmaker), così evitiamo qualsiasi paragone con la mamma! È una ragazza solare, sempre sorridente ma - anche se non sembra - piuttosto timida con le persone con cui non ha confidenza. È molto umile (alle volte fin troppo) ma anche testarda; da lei stessa pretende sempre il massimo in tutti i campi e, quando non riesce a raggiungere i risultati che vuole, è in sofferenza fino a quando non li ha ottenuti. Ha ancora tantissimo da imparare, ma la sua determinazione sarà fondamentale nel suo percorso". Significativa la conclusione: "Vorrei ringraziare le persone che, nella mia vita, mi hanno dato una mano a diventare una giocatrice. Innanzitutto coach Massimo "Giubbino" Corsi, il mio primo allenatore; poi Massimo "Poppi" Meacci, Franco "Schultz" Piccioli, Vincenzo Lorenzini, Guglielmo "Memo" Cursi, Andrea "Frank" Franchini (attuale allenatore di mia figlia nella sua nuova esperienza a San Giovanni Valdarno) ed i miei allenatori ad Alcamo Vito Pollari e Rino Monaco. Altri allenatori che oggi non ci sono più ma che ricordo con molto affetto, gratitudine e che porto sempre nel mio cuore sono Settimio Pagnini, Vittorio Tracuzzi e Luciano Monaci".


scritto da Enrico Ferranti.



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